Il difensore civico europeo ha avviato un’indagine sulla gestione della Commissione europea di un caso di inquinamento di 12 anni legato all’ILVA Steel Plant a Taranto, nel sud dell’Italia, ha riferito per la prima volta Euronews.
Il caso è incentrato sull’impianto di Acciaierie d’Italia, ancora ampiamente noto con il suo ex nome Ilva, che è stato oggetto di procedimenti di violazione dell’UE dal 2013 per aver violato gli standard ambientali ai sensi della direttiva sulle emissioni industriali.
Gli attivisti hanno accusato la commissione di non aver agito in modo decisivo nel corso degli anni, nonostante le prove di grave inquinamento nell’area che circonda la pianta. Il sito è stato collegato alla contaminazione del suolo e dell’acqua e a tassi insolitamente alti di cancro nella popolazione locale.
Il 4 giugno, l’EMP di sinistra Valentina Palmisano e gli attivisti Alessandro Marescotti e Luciano Manna della ONG Peacelink hanno presentato una denuncia formale al difensore civico europeo. Il difensore civico Teresa Anjinho da allora ha scritto alla commissione del presidente Ursula von der Leyen, confermando l’apertura di un’indagine ufficiale.
Esposizione prolungata ai rischi per la salute
Secondo Euronewsla denuncia sostiene che i ritardi della Commissione e la mancanza di trasparenza hanno ostacolato la responsabilità e prolungato l’esposizione dei residenti di Taranto ai rischi per la salute. La Commissione è anche accusata di non aver intensificato la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CJEU).
In una lettera datata 11 luglio, Anjinho ha richiesto una risposta scritta dalla Commissione entro il 30 settembre, in dettaglio tutte le azioni intraprese dall’avviso di violazione originale nel 2013. Il suo ufficio ispezionerà anche l’intero fascicolo della Commissione sul caso, compresi i documenti interni e la corrispondenza con il governo italiano.
Nonostante abbia emesso un secondo avviso formale in Italia a maggio di quest’anno, a seguito di una pausa di 11 anni, la Commissione non ha ancora fatto il prossimo passo nel processo di violazione. L’Italia ha avuto due mesi per rispondere all’ultimo avvertimento, ma non è chiaro se sia stata presentata una risposta. Un portavoce della sinistra nel parlamento europeo ha affermato che le richieste di libertà di informazione in cerca di accesso ai documenti sono state negate per motivi di riservatezza.
Nei commenti a Euronewsla Commissione ha insistito sul fatto che ha mantenuto relazioni “costruttive ed efficaci” con il Mediatore e continua a spingere l’Italia a conformarsi alla legge ambientale dell’UE.
“Le autorità italiane devono agire”, ha affermato un portavoce della Commissione, esortando il paese ad aggiornare la sua legislazione e fissare carenze nel permesso operativo dell’impianto.
Un piano ambientale destinato a ripristinare la conformità entro l’agosto 2023 non è stato ancora pienamente attuato, ha aggiunto la Commissione.