In questo giorno nella storia: nascita dello scrittore Pietro Aretino

Pietro Aretino, nato ad Arezzo il 20 aprile 1492, divenne uno degli scrittori più provocatori del Rinascimento italiano.

Sebbene il figlio di un calzolaio, rivendicò nobili antenati e si disegnò “aretino” dopo la sua città natale. Ha ricevuto poca educazione formale ma ha rapidamente mostrato una lingua affilata e un talento per mordere la satira.

Pietro Aretino a Roma

All’inizio dei vent’anni, Aretino si era trasferito a Roma, dove guadagnava favore con ricchi clienti, tra cui il banchiere Agostino Chigi. La sua prima fama è cresciuta con un opuscolo satirico che derideva la morte dell’elefante domestico di Papa Leo X, Hanno, attraverso il quale ha anche deriso l’élite di Roma.

Le maturità pungenti di Aretino, incluso il supporto per l’offerta papale di Giulio de ‘Medici, gli ha fatto guadagnare sia il plauso che i nemici. De ‘Medici è riuscito come papa Clemente VII.

Scandalizzò Roma nel 1524 con il Sonetti Lussuriosiuna serie di poesie erotiche abbinate alle incisioni risqué di Giulio Romano. Il lavoro ha infranto il Vaticano e ha costretto Aretino a fuggire dalla città per la sua sicurezza.

Sistemato a Venezia

Aretino viaggiò attraverso l’Italia del Nord prima di stabilirsi a Venezia nel 1527, dove rimase per gran parte della sua vita. Lì, ha costruito una carriera letteraria di successo, godendo di protezione da potenti amici e doni generosi da sovrani nervosi che hanno paura del potere della sua penna.

Ha formato stretti legami con figure di spicco, tra cui il pittore Tiziano e lo scultore Sansovino, e corrispondeva a imperatori e re. Ha ricevuto pensioni o regali da monarchi come Francis I di Francia, Carlo V di Spagna e Sultan Suleiman.

Le opere di Aretino, comprese le commedie La Cortigiana E IL Marescalcoe la tragedia OraziaMostra il suo talento per l’esposizione delle ipocrisie sociali. I suoi sei volumi di lettere, pubblicati dal 1537, rivelano il suo cinismo e gli guadagnarono il titolo “Flagello dei principi”.

Morte per ridere

Aretino morì a Venezia il 21 ottobre 1556, presumibilmente ride troppo con uno scherzo durante la cena.

Fu sepolto nella chiesa di San Luca, dove secondo quanto riferito il suo epitaffio recitava: “Qui giace Aretino, il poeta toscano, che parlava male di tutti tranne Cristo, dicendo:” Non lo conosco “.