L’Italia si unisce alle proteste contro la turistica

Le proteste si svolgono oggi e per tutto il fine settimana a Venezia, Genova e molte altre città europee. Gli attivisti locali si stanno radunando contro il dannoso impatto del turismo di massa sulle loro comunità.

Parte di un movimento coordinato nell’Europa meridionale, le dimostrazioni evidenziano la crescente rabbia per ciò che gli organizzatori descrivono come “Touristificazione” – La trasformazione di città e città per servire i turisti a spese dei residenti locali.

A Genova, gli attivisti mettono in scena una protesta simbolica trascinando una grande nave da crociera di cartone attraverso gli stretti vicoli medievali della città. L’atto è progettato per illustrare l’incompatibilità tra l’industria delle crociere e la vita quotidiana nel centro storico. “Vediamo il turismo come un mezzo per estrarre valore dalle nostre città”, ha detto un manifestante Il Guardian. “Non siamo una specie di mia. Questo è un posto dove vivono le persone.”

A Venezia, i manifestanti chiedono una regolamentazione urgente di affitti a breve termine e restrizioni su nuovi sviluppi alberghieri. L’aumento della sistemazione turistica, sostengono, sta spingendo i residenti e trasformando le case in merci. “Ora ci sono più letti turistici rispetto ai residenti registrati”, ha detto Remi Wacogne del cane da guardia della casa Ocio. “Venezia è diventata un bancomat per un gruppo selezionato di investitori che traggono profitto dai noleggi.”

Leggi anche: Venezia reintroduce la tassa di ingresso

I residenti affermano che l’identità tradizionale della città viene erosa dall’aumento dei costi di vita e dalla proliferazione di negozi di souvenir e macchine in contanti che sostituiscono le imprese locali. Molti ritengono che la città venga trasformata in un palcoscenico per i visitatori, piuttosto che per un posto di lavoro vivente e di lavoro.

I turisti non sono l’obiettivo

Le proteste di oggi fanno parte della più grande azione congiunta finora dal Rete dell’Europa meridionale contro il turistico. Gli eventi si svolgono anche in Spagna, Portogallo e Francia. L’alleanza è stata formata ad aprile durante una conferenza a Barcellona, ​​dove gruppi di tutta la regione hanno condiviso esperienze di crisi abitative, degrado ambientale e perdita del patrimonio culturale.

Mentre i turisti stessi non sono il bersaglio, gli attivisti chiedono un drammatico ripensamento di politiche turistiche. “La violenza non è pistole ad acqua nei turisti”, ha detto un organizzatore di protesta in Spagna. “La violenza sono gli sfratti, lo sfruttamento del lavoro e la distruzione della vita della comunità”.

Con le proteste che continuano durante il giorno a Venezia, Genova e altrove, gli attivisti sperano di inviare un chiaro messaggio alle autorità locali e nazionali: il turismo deve servire residenti e visitatori.