Spiagge italiane colpite da un peggioramento della lettiera

Un nuovo rapporto del gruppo ambientale Legambiente ha rivelato un forte aumento delle lettiere marine sulle spiagge italiane, con i rifiuti di plastica che continuano a dominare la costa.

IL BEACH LETTER 2025 Il sondaggio, pubblicato il 2 aprile, ha registrato una media di 892 pezzi di rifiuti per 100 metri lineari di spiaggia attraverso 63 spiagge in 13 regioni italiane. Questo è quasi il doppio del numero di spiagge esaminate rispetto all’anno precedente. In totale, 56.168 articoli di scarto sono stati raccolti e catalogati su una superficie di quasi 197.000 metri quadrati.

La plastica costituiva il 77,9%degli articoli trovati, con mozziconi di sigaretta (7,5%) e gemme di cotone di plastica (5,6%) anche in alto tra i rifiuti più comuni. Il gruppo ha avvertito: “Non possiamo stare in piedi e guardare.”

Legambiente ha descritto i rifiuti marini come una minaccia ambientale globale che “causa gravi danni agli ecosistemi oceanici, che hanno un impatto sia sulla fauna selvatica che sull’uomo”.

Lo studio fa parte della Citizen Science Initiative di Legambiente, che coinvolge centinaia di volontari da capitoli locali in tutto il paese. Ogni anno, il Lettiera da spiaggia Monitor del progetto e classifica i rifiuti sulle spiagge italiane, con l’obiettivo di mantenere l’attenzione pubblica focalizzata su quella che descrive come un peggioramento di emergenza.

Come parte della campagna di sensibilizzazione, Legambiente ha nuovamente invitato i membri del pubblico a prendere parte Spiagge e fondili puliti (“Spiagge pulite e letti marini”), che si è svolta dal 4 al 6 aprile, incoraggiando le persone a unirsi alle pulizie della spiaggia locale con guanti e borse per la raccolta dei rifiuti in mano.

Spiagge che diventano più sporche

I risultati mostrano un significativo declino della pulizia della spiaggia. Legambiente ha utilizzato l’indice Clean Coast (CCI), uno strumento internazionale per valutare la pulizia della spiaggia in base alla densità dei rifiuti, per il secondo anno.

Secondo il CCI, il 28% delle spiagge monitorate è stato classificato come “sporco” o “molto sporco”. Nel 2024, quella cifra era stata solo del 6,6%. Nel frattempo, la quota di spiagge “molto pulite” è scesa dal 42% l’anno scorso al 27% quest’anno. Le spiagge “pulite” sono diminuite dal 24,2% al 14%. Questo nonostante, o forse a causa della crescita dell’economia blu italiana.

La plastica domina, la direttiva su supporti ancora a corto

La plastica rimane il materiale di scarto più comune, con 43.776 articoli di plastica trovati su 56.168. Altri materiali includevano vetro e ceramica (8,3%), carta e cartone (4,3%), metalli (3,6%) e legno (2,4%).

Di particolare preoccupazione sono stati gli elementi vietati nella direttiva per la plastica monouso (SUP), che rappresentava ancora il 40,5% di tutti i rifiuti monitorati. Questi includono stoviglie di plastica, cannucce, contenitori e attrezzatura da pesca.

Supporto specifico SUP

Tra i soli rifiuti legati al SUP, gli articoli più comuni erano:

  • Bottiglie di plastica e contenitori (con tappi e anelli): 33,2%
  • Butts di sigaretta: 18,6%
  • Buds di cotone: 13,8%
  • Attrezzatura da pesca: 11,9%
  • Sfruttamenti da tavolo usa e getta e imballaggi fast food: 12,1%

Top Ten Marine Litter Articoli

Un incredibile 61% di tutti i rifiuti marini raccolti era composto da soli dieci articoli. Piccoli frammenti di plastica tra 2,5 e 50 cm di lunghezza hanno portato l’elenco, che da solo rappresentava il 13% del totale (7.305 pezzi). Altri trasgressori frequenti includevano:

  • Tappi e coperchi di plastica: 8,2%
  • Frammenti di polistirene: 6,9%
  • Salviette bagnate: 4,7%
  • Materiale da costruzione: 4,2%
  • Bottiglie di plastica e bevande Contenitori: 3,7%
  • Sacchetti e maniglie di plastica: 3,6%
  • Frammenti di vetro e ceramica: 3,2%

Boschette di sigaretta e gemme di cotone si sono classificati rispettivamente al terzo e quinto. Butts è rimasto un problema persistente dall’inizio del sondaggio nel 2014, con quasi 47.000 unità registrate su 623 campioni di spiaggia. Ciò è in media a 75 mozziconi per 100 metri di spiaggia.

Nonostante sia stato bandito in Italia dal 2019, i gemme di cotone in plastica costituivano ancora una parte significativa dei rifiuti.

Legambiente chiede politiche più severe, applicazione più severa dei divieti esistenti e impegno pubblico in corso per proteggere la costa italiana da un ulteriore degrado.

Maggiori informazioni e aggiornamenti sono disponibili su www.legambiente.it.