Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti potrebbero diminuire fino a 16,5 miliardi di euro nel medio termine a causa dei nuovi dazi sulle importazioni introdotti dall’amministrazione del presidente americano Donald Trump, ha avvertito lunedì il gruppo industriale Confindustria.
Le tariffe, che colpiscono i principali beni manifatturieri e di consumo, potrebbero ridurre le esportazioni italiane del 2,7% complessivamente e portare a un calo delle esportazioni manifatturiere del 3,8% rispetto a uno scenario non tariffario.
Secondo Confindustria, i settori più colpiti saranno quelli degli autoveicoli, degli alimenti e delle bevande, dei macchinari, del cuoio e delle calzature. Il gruppo ha inoltre avvertito che gli effetti indiretti del calo delle esportazioni da altri paesi dell’UE verso gli Stati Uniti indebolirebbero la domanda di componenti e input di produzione italiana.
Nel lungo termine, aggiunge il rapporto, il nuovo contesto commerciale potrebbe spingere alcune aziende italiane a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti, minacciando il “tessuto produttivo” industriale europeo.
Bello e ben fatto
Nonostante questi rischi, il manifatturiero di qualità italiano rimane un fattore chiave di crescita. Il 13° rapporto “Bello e Ben Fatto” (BBF) di Confindustria, presentato alla Settimana della Moda di San Paolo, ha valutato le esportazioni premium italiane – prodotti che combinano artigianato, design e innovazione – a oltre 170 miliardi di euro.
Lo studio, condotto con SACE e diverse associazioni di Confindustria, identifica 27,6 miliardi di euro di potenziale di esportazione non ancora sfruttato, di cui 19,4 miliardi di euro nei mercati maturi come Stati Uniti, Germania e Regno Unito, e 8,2 miliardi di euro nei mercati emergenti tra cui Cina ed Emirati Arabi Uniti.
Confindustria ha inoltre evidenziato che l’America Latina sarà la prossima grande regione di crescita per le esportazioni italiane, sottolineando che le spedizioni di beni BBF nell’area sono cresciute del 10% su base annua tra il 2018 e il 2024. L’accordo UE-Mercosur, approvato dalla Commissione europea nel 2024, dovrebbe eliminare 4 miliardi di euro di tariffe, proteggere 57 indicazioni geografiche italiane e sbloccare oltre 1,1 miliardi di euro in nuove opportunità di esportazione.
Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Attrazione delle Esportazioni e degli Investimenti di Confindustria, ha sottolineato l’importanza dell’apertura nel commercio globale. “Il rafforzamento del Made in Italy richiede una strategia di apertura, non di chiusura, del commercio”, ha affermato. “L’accordo con il Mercosur è un test della capacità dell’Europa di agire come potenza economica globale”.
Il rapporto di Confindustria conclude sollecitando la continua protezione dei prodotti Made in Italy dalla contraffazione e dall’imitazione, insieme a una transizione industriale sostenibile che faccia leva sull’innovazione digitale e sulle partnership internazionali per garantire la posizione commerciale globale dell’Italia.