L’impennata dei crimini ambientali man mano che le organizzazioni “Ecomafia” si espandono

Il crimine ambientale in Italia è aumentato bruscamente nell’ultimo anno, con oltre 40.000 reati registrati, secondo quello di Legambiente Ecomafia 2025 Rapporto pubblicato giovedì. L’associazione ha affermato che l’attività criminale legata al danno ambientale è aumentata del 14,4% rispetto al 2023, con 40.590 crimini registrati tra maggio 2024 e aprile 2025, una media di 111 reati al giorno o 4,6 ogni ora.

Gruppi criminali organizzati, noti collettivamente come Ecomafiesono dietro gran parte dell’attività illecita. Legambiente stima che il crimine ambientale genera circa € 9,3 miliardi all’anno per le reti criminali.

I crimini collegati alla costruzione illegale, ai contratti pubblici e alla gestione dei rifiuti rimangono diffusi. L’industria del cemento era il settore più colpito, con 13.621 reati, un terzo di tutti i casi. I crimini nella catena di approvvigionamento dei rifiuti, comprese le discariche illegali e il traffico, sono aumentati del 19,9%, a seguito di un salto già ripido del 66,1% dell’anno precedente.

Il rapporto evidenzia inoltre la crescente corruzione nei contratti pubblici ambientali. Tra maggio 2024 e aprile 2025, le autorità hanno studiato 88 casi che coinvolgono tangenti sospetti legati a servizi come lo smaltimento dei rifiuti e la purificazione. Ciò ha segnato un aumento del 17,3% rispetto all’anno precedente. Sono stati segnalati circa 862 individui, con oltre il 70%.

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Crimini contro gli animali

Altre aree di preoccupazione includono crimini contro gli animali – che si lanciano dal bracconaggio e dalla pesca illegale al commercio di specie protette o domestiche – che sono saliti a oltre 7.200 reati. Inoltre, crimini contro il patrimonio culturale, tra cui il furto e la falsificazione di opere d’arte e scavi non autorizzati, che sono aumentati del 23,4% a quasi 3.000 casi.

Dal 1995, Legambiente stima che l’attività ambientale illecita abbia generato un fatturato combinato di oltre 269 miliardi di euro.

Il rapporto dipinge un quadro dettagliato di come operano i criminali ambientali, la corruzione che li supporta e l’impatto sulle risorse naturali e culturali dell’Italia. Richiama anche l’attenzione sull’eredità dei fallimenti passati, in particolare il caso irrisolto del comandante Natale de Grazia, morto nel 1995 mentre indagava sul traffico di rifiuti tossici illegali nel Mediterraneo. Legambiente dedica l’edizione di quest’anno alla sua memoria.