Un crollo parziale si è verificato nel sito archeologico di Pompei il 5 giugno, a seguito di una serie di piccoli terremoti nella zona di Campi Flegrei. I tremori, che hanno raggiunto una grandezza massima di 3,2, sono stati fortemente avvertiti a Napoli e nelle aree circostanti.
Secondo il parco archeologico di Pompei, il crollo ha colpito un muro e parte di un soffitto a volta nel Insula meridionalis zona. Questa sezione dell’antica città aveva già subito un danno durante il terremoto di Irpinia del 1980 ed era in fase di restauro attivo quando si verificò l’incidente.
Non sono stati segnalati infortuni. Le autorità hanno confermato che l’area interessata non contiene affreschi o manufatti mobili. È stato immediatamente isolato per sicurezza e sono in corso valutazioni tecniche per determinare le cause e tutti i potenziali rischi in corso.
Mentre un legame diretto tra lo sciame sismico e l’insufficienza strutturale non è stato ancora confermato, gli esperti stanno studiando la possibile connessione. “Pompei è un sito fragile”, ha dichiarato il direttore del sito Gabriel Zuchtriegel. “Stiamo conducendo controlli approfonditi per valutare ulteriori danni causati dal sisma di questa mattina.”
I tremori di mercoledì fanno parte dell’attività sismica in corso nella regione di Campi Flegrei, che è strettamente monitorata a causa della sua volatilità geologica, in particolare intorno a Pozzuoli e nell’area di Solfatara. Il fenomeno di bradisismo, L’aumento graduale e la caduta del terreno, è particolarmente preoccupante per aree storicamente e strutturalmente sensibili come Pompei.
Valutazioni delle strutture in corso
In risposta al crollo, il parco ha attivato uno straordinario protocollo di ispezione. Ciò include valutazioni sistematiche sia da parte del personale interno che degli esperti esterni, già incaricati di monitorare le 13.000 strutture di Pompei. Le ispezioni sono supportate da una piattaforma digitale personalizzata che tiene traccia delle condizioni di pareti, tetti e elementi decorativi in tutto il sito.
Questo sistema fa parte di una strategia più ampia per dare priorità alla manutenzione e prevenire guasti strutturali. Il parco sta inoltre lavorando a stretto contatto con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dell’Italia (INGV) per comprendere meglio come l’attività sismica possa influenzare gli antichi edifici del sito.